Bonus pubblicità” è una delle novità introdotte dalla manovra correttiva dei conti pubblici (articolo 57-bis, decreto legge 50/2017).
Così il legislatore ha dato attuazione a quanto previsto dalla delega contenuta nella legge 198/2016, finalizzata all’introduzione di benefici fiscali connessi agli “investimenti pubblicitari incrementali su quotidiani e periodici nonché sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali”, attraverso il riconoscimento di “un particolare beneficio agli inserzionisti di micro, piccola o media dimensione e alle start up innovative” (articolo 2, comma 2, lettera n).

L’obiettivo è duplice: da un lato, spingere imprese e lavoratori autonomi a utilizzare gli strumenti pubblicitari per  sostenere lo sviluppo e la crescita della propria attività e, dall’altro, aumentare le risorse finanziarie a favore del comparto editoria.

Vediamo meglio cosa prevede la manovra bis rispetto al testo del decreto originario.
L’agevolazione fiscale si applica solo se gli investimenti pubblicitari che aumentano rispetto a quelli dell’anno precedente, e solo sulla parte incrementale, con riferimento allo stesso mezzo di informazione. Significa che sono incentivati gli investimenti in pubblicità effettuate, in misure maggiore rispetto all’anno precedente, sullo stesso mezzo di comunicazione pubblicitario.

Una boccata d’ossigeno per le aziende e i privati che investono in campagne promozionali sulla stampa, sulle radio e le tv del proprio territorio.
Un incentivo tangibile alle aziende che hanno bisogno di rilanciare o consolidare la propria attività sul mercato con ricadute positive per il tessuto socioeconomico territoriale. Ma non finisce qui perché l’agevolazione potrà essere richiesta non solo dalle imprese ma anche dai lavoratori autonomi.
Il credito d’imposta, bonus pubblicità, può essere utilizzato esclusivamente nella modalità di compensazione.